Probabilmente avrai letto o sentito da qualche parte la definizione di Mindfulness di Kabat Zinn: la mindfulness è la consapevolezza che emerge momento per momento quando prestiamo attenzione con intenzione e senza giudizio all’esperienza così come si presenta.
Dopo essermi formata come Istruttrice certificata secondo le linee guida dello UK Network for Mindfulness presso l‘Istituto di Mindfulness Interpersonale di Roma, continuo ad approfondire la mia pratica personale partecipando ad almeno un ritiro all’anno di meditazione, a congressi e corsi di approfondimento.
Che cos’è la Mindfulness per me?
Per me la mindfulness è una pratica di cura della sofferenza, di cura non perché guarisce come spesso si racconta ma perché aiuta a prendersi cura di sé, di tutte le parti ferite, dà la forza di tenerle vicine e di non scappare di fronte al dolore. E’ una pratica di profonda e sincera amicizia per sé stessi che non coltiva il narcisismo e l’egocentrismo, né la fuga ed il rifugiarsi in qualche altro posto, bensì coltiva la possibilità di abbracciare l’esperienza e di apprendere da essa momento dopo momento con curiosità e gentilezza, ampliando lo spazio da vivere e rendendoci più liberi.
Nel mio viaggio alla scoperta della mindfulness, ciò che mi ha sostenuto è stato l’incontro fecondo con la psicoterapeuta Nicoletta Cinotti (istruttrice mindfulness con la quale mi sono formata) che mi ha aiutato a comprendere la profonda natura relazionale della meditazione. La relazione che abbiamo con il mondo, con le altre persone, la relazione che abbiamo con la nostra esperienza. Tutto questo è più difficile di quanto sembri, ed è incredibile quante sfide si incontrano nel tentativo di rimanere intenzionalmente presente di fronte alla distrazione, al dolore, alla noia, alla mente che vaga, alle aspettative, al desiderio ed al bisogno di comprendere.
La pratica però propone qualcosa di più, mentre insegna ad ascoltare l’esperienza fornisce anche il modo per trascenderla non nel senso di andare oltre ma nel senso di trasformarla. Trasformare quel dolore in possibilità di accogliere anche ciò che fino a poco prima era inaccettabile, impensabile o intollerabile.
Nel mio approccio integro la mindfulness con l’ascolto psicoanalitico, cercando di mantenere quell’apertura che mi mette in contatto con la mente del principiante, la mente che non sa ma è capace di stare, di essere.
Questo è davvero prezioso sia nella psicoterapia che nei percorsi di mindfulness dove l’istruttore deve incarnare la pratica di consapevolezza per poterla trasmettere agli altri.
Nei percorsi che offro è possibile apprendere o approfondire la pratica di mindfulness, sia nella psicoterapia individuale che nei corsi in gruppo.


Protocollo MBSR
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