Il Tempo che Vorrei

IL TEMPO CHE VORREI

NEL TEMPO SOSPESO DELLA QUARANTENA

Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo.
(Stephen Hawking).

Il tempo rappresenta la cornice nella quale avviene la nostra esperienza del mondo. Lamentarsene denuncia un rapporto poco armonico con i contenuti della cornice (impegni, responsabilità, aspettative, progetti) piuttosto che con la cornice stessa.


• Il tempo che vorrei nel tempo sospeso della quarantena diventa occasione per riflettere e fare domande, per capire cosa farne del tempo che improvvisamente dacché era troppo poco è diventato tanto. Un tempo lento, angosciante per tanti versi, pieno di preoccupazioni ed incertezze, che mette a dura prova la nostra resistenza fisica, mentale e anche psichica, mette a dura prova i rapporti tra le 4 mura ed i rapporti con gli affetti lontani la cui mancanza ora comincia davvero a pesare per noi e per i nostri bimbi. Un tempo sicuramente vissuto in maniera diversa da ogni uno di noi, chi è single o chi ha famiglia, chi ha bimbi piccoli o bimbi grandi, chi è anziano e magari solo o in coppia, sono tanti i fattori che daranno un sapore diverso al tempo sospeso di questo periodo, ma per tutti vale l’interrogativo

“ Come vivo questo tempo sospeso?” che significato ha per me in questo momento? Lo sento come un tempo rubato alla mia vita? Sento che è un tempo svuotato di significato? Oppure lo sento come tempo da riempire per fare passare la noia , per imparare nuove cose, per fare esperienze diverse, perché no, per iniziare nuovi percorsi, o semplicemente resistere stoicamente fino a quando tutto non tornerà alla normalità?

Non so voi come risponderete ma io penso che questo fermo imposto sia stato almeno all’inizio, dopo il momento di assestamento e riorganizzazione della quotidianità, un vuoto da riempire… un vuoto di relazioni, un vuoto di impegni lavorativi, un vuoto di emozioni, un’anestesia generale condita dall’attesa spasmodica di un nuovo decreto ministeriale e dalle iniziative divertenti e flash mob improvvisati via web, da video con attività per intrattenere i bambini o video per rilassarsi o fare sport o cucinare, e ancora meglio corsi di formazione e sensibilizzazione sui più disparati argomenti. Sicuramente ne ho usufruito io come tantissimi altri tra di noi e ringrazio di cuore chi ha messo a disposizione della comunità contenuti di grande valore spesso gratuitamente. Una delle poche cose belle di questa quarantena è il senso di solidarietà che ci fa sentire più vicini agli altri nonostante la distanza sociale imposta.


• Ma torniamo a noi e a come viviamo questo strano tempo, invece di correre in avanti chiedendomi quando riapriranno (domanda che affligge tutti noi a prescindere dalla risposta che preferiremmo) o rimuginare sulle cose che sono non fuori dal mio controllo, penso che questo sia il tempo per sostare, accettare l’incertezza e navigare a vista come dice lo psicoanalista Seligman, navigare a vista con una mappa approssimativa della realtà, più piena di aree bianche che di indicazioni stradali. Nel nostro caso una ricerca individuale più piena di domande che di risposte.


• Spesso ci siamo sentiti chiamarti ad una responsabilità individuale per combattere la diffusione di questa pandemia, ed io vorrei chiamare ogni uno di noi alla propria responsabilità individuale per quanto riguarda il tempo e la nostra capacità di darli valore senza provare a riempirlo ma allenandoci a tollerare l’incertezza. È difficile sostare nello spazio tempo sospeso e svuotato dai ritmi soliti, ma è mio compito provarci, assaporarlo, rivendicarlo per me stessa senza viverlo passivamente ma cercando le giuste domande piuttosto che dare risposte.


• Come dice Fabbizio Caramegna, il tempo non va misurato in ore o in minuti ma in trasformazioni..
• Come ci trasformerà questo tempo lo possiamo decidere solo noi.

Dott.ssa Lisa Massei

Dott.ssa Melania Marin

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